Pavimenti Resilienti

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Un pavimento resiliente è un pavimento costituito da materiali che offrono una maggiore flessibilità rispetto ai cosiddetti pavimenti duri.

Esempio di pavimento resiliente

Esempio di pavimento resiliente

Tali materiali sottoposti ad una pressione applicata in superficie hanno la proprietà, detta appunto resilienza, di deformarsi in maniera flessibile riassumendo la configurazione iniziale una volta eliminata la sollecitazione esterna.

A questa categoria appartengono i pavimenti in gomma, pvc, linoleum, agugliato e moquette.

Storicamente il primo pavimento resiliente che ha avuto larga applicazione è stato il Linoleum, ampiamente prodotto (anche in Italia) partendo da materie prime naturali.

I pavimenti resilienti sono molto usati negli ospedali, scuole e locali pubblici.

Le moderne piste e pedane per l’atletica leggera hanno una pavimentazione altamente resiliente che agevola la prestazione sportiva restituendo la potenza che gli atleti scaricano a terra e permette risultati sportivi molto migliori rispetto alle vecchie piste in tennisolite (una terra particolare) o cenere. Il primo esempio di pista con pavimentazione ad elevata resilienza si è avuto ai Giochi della XIX Olimpiade di Città del Messico, con le piste inTartan. Il Tartan è costituito da una base di asfalto comune (spessa circa 2-3 cm) sulla quale viene colato un impasto caldo di sabbia e caucciù (ed in passato anche talvolta amianto), nel quale, prima del raffreddamento vengono annegati dei trucioli di gomma (delle dimensioni all’incirca di un chicco di grano) che, dopo il raffreddamento gli conferiscono la necessaria ruvidezza. Le attuali pavimentazioni sono in genere realizzate in resinapoliuretanica[1].

Se le piste con pavimentazioni altamente resilienti come il Tartan sono ottime per i risultati che consentono di ottenere, sono invece da sconsigliare per chi fa jogging. Infatti proprio perché restituiscono la potenza che il corridore scarica a terra comportano sollecitazioni eccessive a carico dei muscoli e dei tendini con possibilità di disturbi infiammatori e, più raramente, microfratture a livello del piede.

 

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